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(Tomorrow Will Be) A Better Day


Caro papà, proprio oggi sono passati ormai vent'anni da quando ci siamo lasciati. La vita qui è andata avanti inesorabile, inevitabilmente tra alti e bassi. Nel frattempo io ho combinato qualche casino, sono caduto ma ho saputo anche rialzarmi. Sai papà, continui a venirmi spesso in mente, con il tuo modo spiritoso e a volte sarcastico che avevi di fare battute; la tua sete di cultura nel campo archeologico e naturalistico; il tuo modo di essere creativo dedicando il tuo tempo all'hobby della pittura, e -fin tanto che non prendesse piede in te l'agorafobia e l'insicurezza nel guidare la macchina rintanandoti nel tuo "bozzolo"- quello della fotografia. Ricordo la tua mitezza come padre e come uomo in generale, e le tante sigarette consumate, quelle che molto probabilmente ti hanno portato via... Avevo composto un brano per te vent'anni fa, per colmare quel vuoto che hai lasciato, intitolandolo "Un giorno migliore", riprendendo le ultime parole che pronunciasti la sera prima di chiudere gli occhi per sempre (e mi piace pensare che forse le dicesti per rassicurarci): "Domani sarà un giorno migliore". Ora che ho iniziato da un po' a studiare pianoforte l'ho riarrangiato. Spero che ti arrivi, in qualche modo, che ti piaccia e soprattutto ti faccia arrivare tutto il bene e la stima che ho sempre avuto per te. Ciao papà, chissà se quel domani è stato veramente migliore, e così i giorni che sono trascorsi fino ad oggi...chissà, dove sei tu, quale unità si usa per misurare il tempo che passa... forse un giorno, incontrandoci nuovamente, me lo rivelerai. Un grande abbraccio, Federico


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